ORTESI NELL'ARTRITE REUMATOIDE

L’UTILIZZO DI ORTESI NELL'ARTRITE REUMATOIDE E NELL'ATTIVITA' DI VITA QUOTIDIANA

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica ed ha un andamento cronico, progressivo ed anchilosante. Inizialmente colpisce le piccole articolazioni delle mani e dei piedi in modo simmetrico e successivamente coinvolge i polsi, le ginocchia, i gomito, le caviglie, le spalle e tutte le altre articolazioni compreso il rachide. Il dolore presente anche a riposo si acuisce con il movimento, tipico l’impaccio doloroso al mattino. L’articolazione già compromessa dal dolore e dalle contratture sarà, successivamente , limitata dall’anchilosi, dalle dislocazioni sublussanti e se non curate adeguatamente produrranno deformazioni gravi. In considerazione della progressione dell’artrite reumatoide, in una prima fase sinoviale, a seguire in una fase sinoviale cartilaginea e poi in una fase anchilosante, si rende utile l’utilizzo di ortesi per rallentare l’aggravarsi di tale patologia nel tempo.


Le ortesi


Per il trattamento della mano reumatoide, accanto alle varie metodiche fisioterapiche, assume estrema importanza il ricorso ad ausili particolari: le ortesi, che rendono possibile al paziente di manipolare oggetti comuni. L’ortesi è un apparecchio costituito da uno o più pezzi che possono essere fissi o mobili.


Le ortesi hanno diversi scopi:

 

  •   Sostenere ed aiutare nel movimento una parte indebolita ed ovviare a squilibri muscolari;
  •   Mobilizzare articolazioni rigide o aderenze tendinee;
  •   La mobilizzazione post-operatoria di lesioni tendinee, ossee o articolari;
  •   Cambiare gradualmente una posizione rigida, viziata, in una più funzionale;
  •   Prevenire le lesioni muscolari da stiramento o da retrazione;
  •   Vicariare la perdita di funzionamento di uno o più muscoli utilizzando molle ed elastici;
  •   Valutare pre-operatoriamente l’utilità di un intervento in rapporto al lavoro che il paziente svolge normalmente;
  •   Esercitare una pressione continua contro edema cronico o cicatrici ipertrofiche;
  •   Mettere a riposo temporaneamente strutture che devono guarire e che devono essere tenute immobili semplicemente per alleviare il dolore;
  •   Dare rigidità ad una parte che è indebolita per mancanza di solidità ossea e per affezioni croniche.
  •   Le ortesi si dividono in statiche e dinamiche.

 


Le ortesi statiche sono rigide ed hanno lo scopo di immobilizzare o di attenuare il dolore, mentre le dinamiche permettono una funzionalità e sono costituite da parti mobili.


 Le dinamiche si dividono in passive ed attive.

 

  •   Ortesi dinamiche passive : orientano i movimenti e sostengono i segmenti ossei o articolari in modo che il paziente, con la sua forza, possa compiere l’azione finalizzata;
  •   Ortesi dinamiche attive : rafforzano le parti interessate in modo che l’articolazione possa compiere determinati movimenti. Le ortesi dinamiche non rientrano nel campo specifico dell’artrite reumatoide.

 

Sia le ortesi statiche che dinamiche si distinguono in ortesi temporanee e permanenti :

 

  •   Le temporanee hanno un’azione limitata nel tempo e, una volta raggiunto il risultato, non vengono più utilizzate;
  •   Le permanenti hanno lo scopo di sostituire definitivamente una funzione mancante che, per ragioni diverse, non può essere ripristinata chirurgicamente.

 

Ortesi nella mano reumatica


Nell’artrite reumatoide, prima di ricorrere all’ortesi, bisogna valutare le condizioni della mano :

 

  •   Valutare il dolore del polso, del metacarpo – falangeo e tutte le falangi;
  •   Valutare la mobilità attiva e passiva delle articolazioni ;
  •   Valutare la forza muscolare e la sensibilità:

 

Un’altra importante norma da tenere presente, è il posizionamento fisiologico che la mano assume a riposo in attività funzionale. Prima di proporre le ortesi statiche che, come già detto, vengono usate quando si vuole ottenere un’azione protettiva o attenuare il dolore, è necessario valutare la posizione della mano normale a riposo.


In questa posizione i segmenti articolari hanno un atteggiamento ben definito :

 

  •   Avambraccio tra prono – supinazione;
  •   Il polso ha una flessione dorsale tra i 12° e i 20°;
  •   Tutte le falangi sono leggermente flesse;
  •   C’è un equilibrio perfetto tra le ossa e i fasci muscolari : estensori lunghi e gli intrinseci della mano;
  •   Il pollice è leggermente proiettato in avanti , esteso e quasi in opposizione rispetto all’indice.

 

Prima di proporre le ortesi dinamiche bisogna tener conto di una mano normale in posizione di attività funzionale:

 

  •   Il polso ha una flessione dorsale tra i 20° e 35°;
  •   L’arco trasverso è normalmente curvato;
  •   Il pollice in opposizione ed è allineato con i polpastrelli delle altre dita;
  •   L’articolazione prossimale interfalangea è flessa tra i 45° e i 60°.

 

Caratteristiche tecniche delle ortesi


Il materiale da usare per la costruzione delle ortesi deve rispondere ad alcuni requisiti fondamentali :

 

  •   Leggerezza;
  •   Rigidità e resistenza;
  •   Durata;
  •   Malleabilità;
  •   Adattamento perfetto alla parete da trattare;
  •   Gradevole aspetto estetico ;
  •   Igienicità;

 

Ci sono materiali termo-plastici che si modellano in acqua a temperatura tra i 50° e i 70° :


Polyform – viene utilizzato per le ortesi di sostegno e da correzione, sia statiche che dinamiche della mano. Questo materiale conferisce una grande stabilità alle ortesi che, una volta preparate, godono anche di una certa elasticità. Data l’importanza della mano nell’artrite reumatoide, questi pazienti vanno resi quanto più possibili equimani per meglio distribuire il lavoro o in previsione di eventuali interventi chirurgici che comportino periodi di forzata inattività.


Artrite reumatoide - Franzese Michele - Dottore in fisioterapia e terapia occupazionale.

Torna indietro
Share by: