ARTRITE REUMATOIDE: LA SPALLA

ARTRITE REUMATOIDE: LA SPALLA

ARTRITE REUMATOIDE: LA SPALLA

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente le articolazioni in modo simmetrico, specialmente quelle più piccole come quelle delle mani e dei piedi. Bersaglio di questa malattia possono essere anche altre articolazioni più grandi, come le spalle. Generalmente, infatti, al suo esordio la malattia colpisce le piccole articolazioni, per poi coinvolgere, nel corso del tempo, anche quelle più grandi. Il sintomo più evidente dell’artrite reumatoide consiste nel dolore e nella rigidità degli arti. La rigidità viene avvertita dal paziente soprattutto al risveglio o dopo un prolungato periodo di inattività. Tale rigidità tende a migliorare nel corso nella giornata. Inoltre, le articolazioni, specialmente quelle più piccole, tendono a spostarsi dalla loro normale posizione, a deformarsi e spesso a bloccarsi in modo da limitare il movimento del paziente. Circa nel 60-80% dei casi di artrite reumatoide si osserva un coinvolgimento della spalla. Anche nel caso di artrite reumatoide della spalla, il coinvolgimento è frequentemente bilaterale e il paziente lamenterà una progressiva rigidità e dolore all’articolazione. La spalla presenta cinque articolazioni. Quelle più colpite dell’artrite reumatoide sono due:


  • l’articolazione scapolo-omerale;
  • l’articolazione subacromiale.


I movimenti che risulteranno più dolorosi per il paziente saranno soprattutto quelli di abduzione (allontanamento dell’arto dall’asse mediano del corpo) ed extrarotazione (movimento rotatorio dell’arto attorno al proprio asse). Il paziente lamenterà inoltre una progressiva limitazione della funzionalità della spalla. L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, dunque i suoi sintomi possono variare di intensità. I sintomi hanno generalmente un andamento ciclico, in cui periodi di sintomi acuti si susseguono a periodi di remissione, durante i quali dolore e rigidità articolare tendono a ridursi.


Cause


Sebbene le cause precise dell’artrite reumatoide non siano ancora note, si ipotizza che abbia un’origine autoimmune. L’esordio di una malattia autoimmune si presenta nel momento in cui, in soggetti geneticamente predisposti allo sviluppo della patologia, un fattore scatenate attiva il sistema immunitario. Tale attivazione anomala fa sì che il sistema immunitario attacchi le articolazioni, partendo da quelle più piccole delle mani e dei piedi, provocando le infiammazioni che causano dolore al paziente. In particolare, il bersaglio dell’azione anomala del sistema immunitario è la membrana sinoviale. La membrana sinoviale è un tessuto connettivo che produce il liquido sinoviale, necessario per la lubrificazione e per il nutrimento della cartilagine. In una fase avanzata, l’artrite reumatoide può causare l’erosione di ossa, legamenti e cartilagini e provocare deformità e sviluppo di tessuto cicatriziale nelle articolazioni. Pur non essendo ancora chiare le cause scatenanti di questa malattia, sono stati individuati alcuni fattori di rischio:


  • Sesso femminile: l’artrite reumatoide può essere fino a tre volte più frequente nelle donne che negli uomini;
  • Predisposizione genetica e familiarità alla malattia;
  • Fumo;
  • Obesità;
  • Infezioni virali (in particolare herpes e mononucleosi).


Trattamento


Una diagnosi precoce dell’artrite reumatoide è molto rara. Ciò è dovuto al fatto che i sintomi riferiti dal paziente sono comuni a molte patologie. Inoltre, nell’esordio dell’artrite reumatoide si manifestano dei sintomi molto lievi, che tendono ad aggravarsi solo dopo diverso tempo. Per questo motivo è importante affidarsi a dei medici esperti. Di fondamentale importanza è la figura del reumatologo, che si occuperà di condurre gli esami necessari per arrivare alla corretta diagnosi e per decidere il trattamento. Per la diagnosi si utilizzano tre tipi di esami:


  • Esami del sangue: per verificare i livelli ematici del fattore reumatoide, anticorpi anti-CCP, proteina C-reattiva e VES;
  • Esame del liquido articolare;
  • Diagnostica per immagini: si utilizzano in particolare la radiografia e la risonanza magnetica, utili soprattutto per individuare alterazioni articolari anche in una fase precoce.


Il trattamento dell’artrite reumatoide è un trattamento prevalentemente conservativo. Il trattamento agisce sui sintomi per ridurli, attraverso un cambiamento dello stile di vita del paziente, farmaci per la gestione del dolore e fisioterapia.

Le categorie di farmaci più utilizzate per il trattamento dell’artrite reumatoide sono:


  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): per trattare dolore e gonfiore alle articolazioni;
  • Farmaci antireumatici modificanti la malattia: sono i primi ad essere prescritti a seguito della diagnosi e hanno la funzione di rallentare il decorso della malattia;
  • Corticosteroidi e farmaci immunosoppressori: riducono l’azione del sistema immunitario.


Nei casi più gravi in cui il decorso dell’artrite reumatoide limita in maniera importante e invalidante il movimento del paziente, oppure nei casi in cui la terapia farmacologica non si rivela efficace, può essere necessario l’intervento chirurgico.

L’intervento chirurgico più efficace in una fase avanzata della malattia è la sostituzione dell’articolazione danneggiata con una protesi articolare.


Riabilitazione


Il trattamento riabilitativo dell’artrite reumatoide prevede l’associazione di farmaci alla fisioterapia. Per ogni paziente dovrà essere elaborato un piano riabilitativo personalizzato che tenga conto di:


  • Stato della malattia;
  • Sintomi e livello del dolore riferito dal paziente;
  • Condizioni mediche del paziente;
  • Età del paziente.


Per questo motivo è fondamentale affidarsi ad un fisioterapista esperto in grado di definire un piano riabilitativo efficace e specifico per il paziente. I trattamenti riabilitativi impiegabili per il trattamento dell’artrite reumatoide sono diversi, ma ogni trattamento va sempre eseguito in assenza di dolore da parte del paziente.


Riabilitazione in acqua


Tra le terapie maggiormente indicate per il trattamento dell’artrite reumatoide vi è la riabilitazione in acqua. Nella riabilitazione in acqua il paziente esegue alcuni esercizi riabilitativi, in particolare di mobilizzazione degli arti, rinforzo muscolare, rilassamento e allungamento muscolare, all’interno di una vasca d’acqua con temperatura di 32-33°C. La riabilitazione in acqua è utile per svolgere degli esercizi riabilitativi riducendo il carico che muscoli e articolazioni devono normalmente sopportare.


Terapia manuale


La terapia manuale, come suggerisce il nome, si occupa del trattamento delle patologie muscolo-scheletriche attraverso l’uso delle mani. In questa terapia si utilizzano diverse tecniche, come ad esempio:


  • Linfodrenaggio;
  • Massoterapia;
  • Mobilizzazioni degli arti;
  • Modifica della postura.


Elettroterapia


L’elettroterapia impiega delle correnti elettriche che vengono indirizzate in alcuni punti del corpo con un obiettivo terapeutico. Nel caso dell’artrite reumatoide si impiega la stimolazione elettrica transcutanea nervosa (TENS) per ridurre il dolore. La TENS prevede l’applicazione di elettrodi nella zona dolorante. Questi elettrodi rilasciano dei micro-impulsi elettrici che stimolano in maniera selettiva i nervi periferici, riducendo la sintomatologia dolorosa.


Laserterapia


La laserterapia prevede l’utilizzo terapeutico della tecnologia del laser. Il laser viene apposto sulla parte del corpo da sottoporre a trattamento. I raggi laser, rilasciando energia, hanno diversi effetti terapeutici, antidolorifici e antinfiammatori. Di particolare importanza nel caso dell’artrite reumatoide è l’effetto di riscaldamento del tessuto, che provoca un immediato sollievo dal dolore e dalla rigidità articolare.


Ultrasuonoterapia


L’ultrasuonoterapia impiega ultrasuoni ad alta frequenza, non udibili dall’orecchio umano, erogati attraverso un trasduttore sulla zona interessata dal trattamento. È una terapia non invasiva e non dolorosa, che presenta importanti effetti benefici, in particolare di riduzione del dolore e dell’infiammazione.


Crioterapia


La crioterapia consiste nell’utilizzo del ghiaccio con lo scopo di ridurre il dolore che il paziente prova. Il ghiaccio, infatti, è in grado di produrre un effetto analgesico grazie alla sua azione sulla circolazione del sangue. Nella crioterapia, il paziente viene esposto a temperature rigide per pochi minuti; inoltre la crioterapia può essere applicata anche a livello locale, coinvolgendo una sola parte del corpo. È una terapia indolore e ben sopportata dai pazienti.


Prevenzione


L’artrite reumatoide è una patologia autoimmune. Dunque, è bene specificare che, sebbene la prevenzione sia importante, il decorso della malattia dipenderà fortemente dalla risposta del sistema immunitario del paziente. L’artrite reumatoide insorge più frequentemente tra i 40 e i 60 anni. Per prevenire l’insorgenza di questa malattia è fondamentale, soprattutto in questa fascia d’età, mantenere uno stile di vita sano. Abbandonare il fumo di sigaretta, ad esempio, permette di eliminare uno dei maggiori fattori di rischio dell’artrite reumatoide. Un altro fattore protettivo contro l’artrite reumatoide è la dieta. In particolare, alcuni studi hanno dimostrato l’importanza degli acidi grassi Omega-3 nella riduzione e nella prevenzione dell’infiammazione che caratterizza l’artrite reumatoide. Anche un adeguato e regolare esercizio fisico costituisce un fattore protettivo contro l’artrite reumatoide. L’esercizio fisico è considerato anche un fattore preventivo della riacutizzazione dei sintomi in pazienti affetti da artrite reumatoide. Tuttavia, è fondamentale che l’esercizio fisico in questi pazienti sia accuratamente supervisionato da uno specialista e che non venga eseguito in condizioni di dolore fisico.


Artrite reumatoide - Tratto da studiofisiomedical.it - Gennaio 2023

Torna indietro
Share by: