CON UN DISABILE IN FAMIGLIA NON SI ARRIVA A FINE MESE

CON UN DISABILE IN FAMIGLIA NON SI ARRIVA A FINE MESE

CON UN DISABILE IN FAMIGLIA NON SI ARRIVA A FINE MESE

"L'88% delle famiglie italiane con disabili a carico è in difficoltà finanziaria, 6 su 10 non possono affrontare una spesa improvvisa di 500 euro."


In Italia, la situazione economica delle famiglie con persone disabili a carico è estremamente difficile. L'88% di queste famiglie ha difficoltà ad arrivare a fine mese e il 60% non sarebbe in grado di affrontare una spesa improvvisa di 500 euro. Quasi due terzi di queste famiglie non possono permettersi nemmeno una settimana di vacanza all'anno. Inoltre, oltre il 40% si trova in arretrato con il pagamento delle bollette, 1 su 5 ha avuto difficoltà ad acquistare cibo sufficiente per la propria famiglia e quasi 1 su 3 non ha avuto abbastanza soldi per le spese mediche nell'ultimo anno. Questi dati diventano ancora più allarmanti se la persona disabile vive nel Sud Italia o se i genitori sono giovani, con un basso livello educativo e non fanno parte di una rete di associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità. Questi sono i risultati del primo rapporto condotto da CBM Italia, un'organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità, e dalla Fondazione Emanuela Zancan Centro Studi e Ricerca Sociale, che ha indagato sull'interconnessione tra disabilità e impoverimento economico e culturale. La ricerca, presentata il 31 gennaio presso l'Archivio storico della Presidenza della Repubblica, evidenzia la pesante situazione che le famiglie con persone disabili devono affrontare in Italia. È importante sottolineare che nel nostro Paese non esiste un Registro nazionale sulla disabilità con dati e statistiche sul tema. Secondo gli ultimi dati Istat, ci sono circa 3 milioni di persone con disabilità in Italia e 5,6 milioni di persone in povertà assoluta. A livello europeo, l'indagine Eurostat 2022 ha evidenziato che in Italia il 32,5% delle persone con disabilità è a rischio povertà, un dato superiore rispetto alle persone senza disabilità (22,9%).


La ricerca che mette in correlazione la disabilità e la povertà delle famiglie in Italia


Il campione utilizzato per la ricerca è stato costruito in collaborazione con numerose associazioni che hanno facilitato il contatto con famiglie provenienti da tutta Italia. Il campione consiste in 272 persone che hanno compilato un questionario. Queste persone vivono in famiglia e il 90% di loro ha la cittadinanza italiana. Sono comprese tra i 14 e i 55 anni e si trovano in una situazione di disagio socioeconomico. Per quanto riguarda il livello di istruzione, il 45% delle persone ha completato la licenza media superiore. Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, spiega che negli ultimi 4 anni l'organizzazione ha lavorato anche in Italia, mirando all'inclusione e al rispetto dei diritti delle persone con disabilità, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite. Questa convenzione è stata la fonte di ispirazione per il lavoro svolto. La ricerca sociale è stata concepita per analizzare il legame tra disabilità e povertà anche nel nostro Paese.


“Manca l’inclusione lavorativa e c’è un estremo bisogno di servizi ‘umanizzati'” 


Dalla ricerca emerge chiaramente che c'è una grande richiesta di servizi di vario tipo e di qualità che vengano offerti direttamente a casa. I risultati delle interviste mostrano che solo l'11% delle persone ha ricevuto prestazioni sanitarie gratuite a domicilio dal Servizio sanitario, mentre solo il 21% ha avuto accesso a servizi di assistenza a casa, come pasti, igiene personale e pulizia domestica, forniti dal Comune. È interessante notare che la maggior parte delle richieste di aiuti non riguarda contributi economici, ma servizi "umanizzati" e personalizzati, sia per la persona con disabilità che per i loro familiari, che siano centrati sulla persona stessa, in modo da garantire un vero supporto adeguato ai loro bisogni. Un altro grande problema che è emerso dalla ricerca è la mancanza di inclusione lavorativa per le persone con disabilità. Solo il 16% ha ricevuto aiuto per l'inserimento professionale. È importante sottolineare che l'inclusione sociale si realizza anche attraverso l'inclusione lavorativa. Lo studio evidenzia come il disagio lavorativo sia particolarmente diffuso nelle persone che vivono al Sud e in contesti socio-culturali svantaggiati. Il 38% delle persone con disabilità è inabile al lavoro (una quota che sale al 46% al Sud) e il 27% è disoccupato. Il 34% ha ottenuto una certificazione di disabilità per il collocamento lavorativo mirato, ma il 51% non ha nemmeno presentato domanda per questa certificazione (percentuale che sale al 65% al Sud e al 60% tra chi vive in famiglie con basso livello educativo). Uno su cinque esplicitamente chiede maggiori opportunità lavorative e formative per sé e per i propri familiari. Inoltre, il peso delle cure familiari è considerato un ostacolo all'occupazione, con gravi conseguenze sul piano economico per le famiglie. Pertanto, è essenziale promuovere politiche di supporto alla conciliazione tra tempo di lavoro e tempo dedicato alle cure.


I caregiver famigliari svolgono un ruolo fondamentale. Il disagio sociale e l’isolamento sono più opprimenti della mancanza di sostegni economici 


Il testo sottolinea l'importanza delle informazioni sulla figura dei caregiver, che attualmente non sono riconosciuti a livello giuridico-legislativo in Italia. Questi caregiver, che sono gli assistenti personali di persone con gravi disabilità, non godono di sostegno psicosociale e protezione previdenziale. Secondo le interviste condotte, il 60% dei caregiver sono le madri degli assistiti, mentre uno su tre sono i padri. Il 22% sono fratelli o sorelle, mentre solo uno su dieci sono assistenti esterni alla famiglia retribuiti per il servizio di cura. La ricerca rivela anche che il 44% degli intervistati frequenta un Centro diurno, probabilmente a causa della mancanza di alternative di qualità come i progetti di vita indipendente. Il direttore di CBM Italia sottolinea l'importanza di sostenere e alimentare il protagonismo delle persone con disabilità, poiché il disagio sociale e culturale risulta più opprimente dell'aspetto economico. È necessario fornire servizi umanizzati che riconoscano le risorse e valorizzino le famiglie al fine di ridurre lo stigma e creare opportunità di inclusione. Inoltre, è essenziale affrontare e favorire il "durante e dopo di noi" affinché diventi "con noi".


Notiziario del malato - testo rielaborato e tratto da ilfattoquotidiano.it - di Renato La Cara - Febbraio 2024

Torna indietro
Share by: