OSSIGENO-OZONO TERAPIA NELLA CURA DELLA FIBROMIALGIA

OSSIGENO-OZONO TERAPIA NELLA CURA DELLA FIBROMIALGIA

OSSIGENO-OZONO TERAPIA NELLA CURA DELLA FIBROMIALGIA

La fibromialgia è un disturbo che interessa principalmente il genere femminile, insorge in età adulta (ma prima della menopausa) e si manifesta con dei forti dolori muscolari che si irradiano in vari punti del corpo. Si tratta di una patologia reumatica per cui non esistono ancora trattamenti univoci ma una serie di cure combinate per attenuare la sintomatologia. Uno degli ultimi, innovativi, trattamenti è rappresentato dall’ossigeno-ozono terapia, già utilizzata nella cura di altre malattie e che rappresenta per gli specialisti un’arma in più per combattere la fibromialgia. Ne parliamo con la dottoressa Lara Castagnetti, fisiatra e osteopata in Humanitas.


Fibromialgia: di cosa si tratta?


La fibromialgia è una patologia subdola: provoca nelle pazienti interessate dei forti dolori, ma una volta effettuati gli esami diagnostici, questi risultano negativi. Si ritiene che le pazienti con fibromialgia abbiano una soglia del dolore più bassa del dovuto e dagli studi effettuati risulta che la fibromialgia possa essere scatenata da infezioni, traumi sia fisici sia psicologici e predisposizione genetica. Il dolore provocato da questa patologia è costante e localizzato nei cosiddetti tender point, punti specifici del corpo, simmetrici tra loro. La fibromialgia viene generalmente diagnosticata dallo specialista reumatologo, a cui in fase di trattamento si affianca il fisiatra: la riabilitazione, infatti, è fondamentale quando si parla di questo disturbo. Se farmaci come analgesici, antidepressivi e antiepilettici sono importanti per attenuare i sintomi, a questi deve necessariamente affiancarsi la fisioterapia. 


Le terapie riabilitative per la fibromialgia


Le tecniche utilizzate dal fisiatra per tenere sotto controllo la fibromialgia comprendono massaggi, esercizi fisici, rieducazione motoria, idrochinesi e terapie fisiche come la Tens, che si effettua tramite elettrodi posti sul corpo per stimolare le terminazioni nervose, e la TECAR, in cui tramite radiofrequenze viene applicata una frequenza elettromagnetica sui tessuti. A questi trattamenti si aggiungono una serie di esercizi di tipo aerobico, che la paziente può effettuare in autonomia, tra i quali hanno grande importanza gli esercizi di rinforzo muscolare, insegnati in una prima fase dal terapista, e la camminata. La paziente con fibromialgia, infatti, dovrebbe camminare con intensità moderata per circa mezz’ora dalle 2 alle 3 volte a settimana. Infine, negli ultimi anni gli specialisti hanno cominciato a utilizzare nella cura della fibromialgia anche una terapia abitualmente usata nel trattamento di altre patologie, come le ernie discali: l’ossigeno-ozono terapia. Una possibilità che può apportare grandi benefici all’organismo ma ancora poco conosciuta dalle pazienti con fibromialgia, per cui vale la pena approfondire il discorso.


L’ossigeno-ozono terapia per trattare la fibromialgia


L’ossigeno-ozono terapia è un trattamento molto efficace per via della sua azione antinfiammatoria, grazie alla quale viene ristabilito l’equilibrio ossidativo del nostro corpo. È abitualmente utilizzata per trattare le discopatie, poiché ne va a ridurre il volume con un conseguente miglioramento della sintomatologia, ma una serie di studi ne hanno dimostrato l’efficacia anche per quanto riguarda la cura della fibromialgia. Nelle pazienti con fibromialgia, infatti, l’ossigeno-ozono favorisce una modulazione del sistema immunitario e un riequilibrio del sistema antiossidante. L’ossigeno-ozono terapia viene effettuata dallo specialista fisiatra tramite una serie di piccole iniezioni sottocutanee nei tender point in cui il dolore si scatena, per poi irradiarsi nel resto del corpo. La miscela di gas di ossigeno-ozono utilizzata ha dunque proprietà antinfiammatorie e garantisce alle pazienti una buona riduzione del dolore percepito. In genere sono necessarie circa 10 sedute, con una frequenza inizialmente di due volte a settimana e man mano che la terapia va avanti di una volta a settimana. L’ossigeno-ozono terapia è un trattamento sicuro che non provoca dolore alle pazienti. L’unico fastidio che la paziente potrebbe avvertire è un lieve bruciore al sito di iniezione per i 5-10 minuti successivi alla somministrazione della terapia. L’ossigeno ozono-terapia è controindicata alle pazienti in gravidanza, e a quelle affette da ipertiroidismo e favismo. La scoagulazione è invece una controindicazione relativa, non assoluta, per la quale può essere presa in considerazione la terapia utilizzando ulteriori accortezze al momento della somministrazione dell’ossigeno-ozono, per esempio applicando del ghiaccio nelle zone di interesse, prima della puntura. 


Lo studio Israeliano


La lotta contro la fibromialgia sembra aver fatto un importante passo avanti grazie ad un nuovo studio dell’Università di Tel Aviv che ha impiegato per la prima volta l’ossigenoterapia iperbarica. I risultati del confronto condotto dai ricercatori della Sackler Faculty of Medicine della TAU guidati da Shai Efrati del Sagol Center for Hyperbaric Medicine and Research presso lo Shamir Medical Center di Tzrifin e da Jacob Ablin del Tel Aviv Sourasky Medical Center, sembrano essere sorprendenti.


Nello studio, afferma il dottor Efrati, “abbiamo voluto verificare se i nuovi protocolli della medicina iperbarica possono fornire risultati migliori rispetto alla medicina farmacologica, per i pazienti in cui la fibromialgia è stata indotta da trauma cranico”. L’ossigenoterapia consiste nel porre il paziente all’interno di camere iperbariche con pressione superiore superiore a quella atmosferica e dove l’ossigeno respirato è puro al 100%. Complessivamente, sono stati reclutati 64 israeliani affetti da fibromialgia, poi divisi in due gruppi. Uno è stato esposto all’ossigenoterapia per 90 minuti cinque giorni alla settimana per un totale di tre mesi, mentre l’altro ha continuato con la terapia farmacologica. “Alla fine del trattamento, due pazienti su cinque nel gruppo di trattamento iperbarico”, ha spiegato ancora il dottor Efrati, “hanno mostrato un miglioramento così significativo da non soddisfare più i criteri per la fibromialgia. Nel gruppo di trattamento farmacologico, questo non è accaduto a nessun paziente. Inoltre, il miglioramento medio nei test della soglia del dolore è stato 12 volte migliore nel gruppo iperbarico rispetto al gruppo farmacologico”.


Reumatologia dal web - Tratto da humanitas.it e ilsussidiario.net- di Dr.ssa Lara Castagneti e Lorenzo Drigo - Aprile 2023

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