PENSIONE LAVORATORE DISABILE: LE AGEVOLAZIONI

PENSIONE LAVORATORE DISABILE: LE AGEVOLAZIONI

PENSIONE LAVORATORE DISABILE: LE AGEVOLAZIONI

Benefici previdenziali per lavoratori con disabilità: pensione anticipata per invalidità


Tra i benefici previdenziali per lavoratori disabili c’è sicuramente la pensione anticipata per invalidità. Grazie all’entrata in vigore del decreto legislativo numero 503 del 30 dicembre 1992, l’articolo 1, comma 8 consente la possibilità per i lavoratori disabili di accedere in anticipo alla pensione di vecchiaia. Per beneficiare dell’agevolazione è necessario:


  • essere dipendenti del settore privato (sono esclusi dall’agevolazione i dipendenti pubblici e gli autonomi);
  • essere stati riconosciuti invalidi con una percentuale pari o superiore all’80%;
  • aver compiuto 56 anni (donne) o 61 anni (uomini); se non vedenti, 51 anni (donne) e 56 anni (uomini).
  • aver versato almeno 20 anni di contributi.


In possesso di questi requisiti (rimarranno in vigore almeno fino al 31 dicembre 2024) si ha la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro.

I lavoratori o le lavoratrici usciti con la pensione anticipata per invalidità devono comunque rispettare una finestra mobile di 12 mesi per ottenere il primo assegno mensile.


Benefici previdenziali per lavoratori con disabilità: AOI e pensione di inabilità


Altri due benefici previdenziali per lavoratori disabili sono l’Assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità. La prima prestazione viene erogata al lavoratore con una capacità lavorativa inferiore a due terzi (almeno il 66% di invalidità), mentre la pensione di inabilità spetta agli inabili totali, ovvero a coloro che non sono più in grado di lavorare, a causa di un’infermità fisica o mentale. L’Assegno ordinario di invalidità viene erogato a lavoratori dipendenti, autonomi o parasubordinati, ma non spetta ai lavoratori del pubblico impiego, per i quali sono previste altre discipline speciali. Come detto, per ottenere l’Assegno è necessario aver subito una riduzione della capacità lavorativa pari almeno a due terzi (66%). A differenza dell’invalidità civile, il requisito medico legale deve essere stabilito per ogni singolo caso, in relazione all’attività svolta. La prestazione è concessa anche se la riduzione della capacità lavorativa è precedente all’inizio del lavoro, a patto che ci sia stato un aggravamento o che si siano aggiunte altre infermità. Per godere dell’Assegno ordinario di invalidità è necessario aver versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi 5 anni di vita lavorativa. Ai fini del calcolo dei contributi vanno esclusi:


  • periodi di astensione facoltativa dopo il parto (congedo parentale)
  • periodi di lavoro all’estero non protetti dalle assicurazioni in base a convenzioni o accordi internazionali
  • periodi di servizio militare eccedenti alla leva
  • periodi di malattia superiori a un anno
  • periodi di iscrizione a forme di previdenza obbligatoria diverse da quelle sostitutive.


La pensione di inabilità, invece, è concessa agli inabili totali. Quindi, a differenza dell’Assegno ordinario di invalidità non è prevista la compatibilità con lo svolgimento di un’attività lavorativa: chi percepisce la pensione di inabilità non può lavorare, in quanto inabile. Il requisito contributivo è lo stesso dell’Assegno: 5 anni di contributi versati, di cui 3 negli ultimi 5 anni di vita.


Benefici previdenziali per lavoratori con disabilità: maggiorazione contributiva


Tra i benefici previdenziali per lavoratori con disabilità c’è pure la maggiorazione contributiva. Ci riferiamo a quel beneficio riconosciuto dall’articolo 80, comma 3, della legge 388 del 2000:


  • ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e civili con una percentuale pari o superiore al 74%;
  • agli invalidi di guerra, civili di guerra e agli invalidi per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego con le Amministrazioni statali o gli Enti locali, con invalidità ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra (DPR 915/1978);
  • ai lavoratori sordomuti.


La maggiorazione contributiva si traduce in due mesi di contribuzione figurativa guadagnati per ogni anno di lavoro svolto, fino a un massimo di 5 anni di contributi figurativi. La maggiorazione è utile sia ai fini del diritto alla pensione, che per l’importo dell’assegno previdenziale, se la pensione è calcolata col sistema retributivo. Invece, per le pensioni calcolate col sistema contributivo, la maggiorazione è utile solo ai fini del diritto alla pensione, ma non consente di migliorarne l’importo. Ad esempio, chi ha svolto 16 anni di lavoro con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%, ha diritto a 2 anni e 8 mesi di contributi figurativi.


Benefici previdenziali per lavoratori con disabilità: Ape Sociale


Tra i benefici previdenziali per lavoratori con disabilità non va dimenticato l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che accompagna il lavoratore all’età per la pensione di vecchiaia. Una delle categorie beneficiarie dell’Ape Sociale è legata all’invalidità civile: possono richiedere l’anticipo pensionistico i lavoratori invalidi con una percentuale riconosciuta pari o superiore al 74%, che hanno compiuto 63 anni e versato almeno 30 anni di contributi. La misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023. Ricordiamo che, per le donne con un’invalidità pari o superiore al 74%, è previsto anche uno sconto contributivo: un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni in meno. Quindi, le donne con un figlio possono accedere all’Ape Sociale con 29 anni di contributi versati; le donne con due figli possono farlo con 28 anni di contributi versati. L’importo dell’Ape Sociale è calcolato sulla base dell’assegno pensionistico maturato al momento in cui viene presentata la domanda, ma comunque non può essere superiore a 1.500 euro lordi al mese.


Benefici previdenziali per lavoratori con disabilità: Quota 41 precoci


Sempre ai lavoratori con disabilità è prevista un’ultima agevolazione previdenziale: Quota 41 per lavoratori precoci. Per lavoratori precoci si intende chi ha versato il primo anno di contributi prima di compiere 19 anni di età. Con 41 anni di contributi si ha diritto ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, a prescindere dall’età anagrafica. Il beneficio spetta, tra gli altri, ai lavoratori invalidi, con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%. Per il perfezionamento dell’anzianità contributiva il lavoratore o la lavoratrice possono utilizzare anche la maggiorazione contributiva, sopra indicata.


Diritti del malato - Tratto da invaliditaediritti.it - di Carmine Roca - Gennaio 2023

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